Guardare dietro la montagna

Dietro la montagna racconta della guerra in corso da più di trent’anni al confine sudorientale della Turchia tra il pkk (Partito dei lavoratori del Kurdistan) e l’esercito turco, con una testimonianza diretta e veritiera di chi di questa guerra ne è insieme artefice e vittima. Il libro, che ha ottenuto 14 ristampe in Turchia, non vuole dare risposte, non distribuisce giudizi e colpe, vuole essere una testimonianza drammatica diretta dall’interno, della condizione, dei sentimenti, dei sogni dei curdi e della brutalità di una guerra fratricida che pare senza soluzione.

18,00

COD: ISBN 978-88-6278-046-9 Categoria:

Descrizione

Dietro la montagna racconta della guerra in corso da più di trent’anni al confine sudorientale della Turchia tra il pkk (Partito dei lavoratori del Kurdistan) e l’esercito turco, con una testimonianza diretta e veritiera di chi di questa guerra ne è insieme artefice e vittima. L’autrice Bejan Matur, poetessa e scrittrice curda, ha vissuto per circa un anno a diretto contatto con i militanti curdi rifugiati fra le loro montagne, spingendosi oltre nel Kurdistan iracheno, per mettere in luce le gerarchie tra il pkk e il kdp (il partito curdo iracheno) e le alleanze politiche fra i due capi: Barzani e Talabani. Emerge così la narrazione drammatica dei ragazzi che fra i 14 e i 18 anni, hanno lasciato le proprie famiglie per arruolarsi nel pkk e combattere contro i loro coetanei turchi. Gli stessi uomini, oggi, hanno fra i 30 e i 40 anni e vivono rifugiati ancora sulle montagne o hanno preso la strada dell’esilio in Europa. Per i curdi di Turchia la speranza si è accesa brevemente dopo lo storico discorso del 21 marzo 2013 a Diyarbakir che domandava un cessate il fuoco bilaterale e definitivo. In quel momento sembrava che lo stato turco avesse la volontà di risolvere la “Questione curda” per altre vie che non fossero quella delle armi ma la presente situazione politica della Siria e quella interna della Turchia hanno riportato il movimento in primo piano, lasciando da parte, per il momento, un auspicabile accordo e rispetto delle condizioni richieste dal pkk, prima fra tutti l’insegnamento della lingua curda nella scuola dell’obbligo e dei miglioramenti della condizione carceraria di Öcalan.  Il libro, che ha ottenuto 14 ristampe in Turchia, non vuole dare risposte, non distribuisce giudizi e colpe, vuole essere una testimonianza drammatica diretta dall’interno, della condizione, dei sentimenti, dei sogni dei curdi e della brutalità di una guerra fratricida che pare senza soluzione.